di FRANCESCO TRONCARELLI
7+ al Ciro d’Italia – E’ toccato al Parma subire la legge del più forte, ossia la Lazio che giocando una buona partita è tornata dal Tardini con tre punti meritati e soprattutto pesantissimi. E’ stata una gara difficile dal punto di vista tattico, perchè i gialloblu, messi bene in campo, sono riusciti a controllare al meglio i nostri. Le cose però sono cambiate con i cambi (quanto mai azzeccati da Inzaghino), che hanno dato la giusta carica al gruppo. Copertina al bomber de noantri, che nonostante non sia visto dal Mancio per la Nazionale (ma sapete che c’è, chissene, basta che lo vediamo noi segnare: e sono 6), dopo essersi presa la responsabilità del rigore, ha demolito con quel gol la resistenza degli avversari. Bravo Ciro, si nu babà.
7 + a Correa l’anno – E’ nata una stella. Come la Jalissa versione single a Tale e quale. Un paio di dribbling, un paio di lanci e dulcis in fundo un Tucu di classe con una fucilata di sinistro sul palo opposto che ha mandato in estatsi la gente laziale spaparanzata davanti la tv e quella chiassosa sugli spalti. E andiamo.
7 + a Striscia la Berisha – La grinta, la rabbia, la cattiveria con cui si è andato a prendere il penalty. Una fame arretrata che neanche il Pannella dei tempi belli dopo un maxi digiuno. Bravo Valon, ci serviva uno tosto come te, ad maiora. Che non è una marca di bicotti ma un incoraggiamento al meglio.
7 ad Acerbis (Lazio del meno 9) – Oh, questo è proprio forte. Avete presente Fiorello? Il top di gamma nello spettacolo, beh, il centrale lanciato a suo tempo da Fascetti pur avendo perso la “s” nel cognome ha acquistato in autorevolezza. Insomma uno così là dietro ce serviva come er pane. Daje.
6 e mezzo a veni, vidi Lulic al 71° – Nei secoli fedele. Lo criticano per i piedi fucilati ma lo applaudono tutti per la continuità nell’impegno nella partita. Dal primo all’ultimo minuto ha dato il suo contributo, e soprattutto nel primo tempo quando il bunker parmense era indisttrutibile, lui scendeva giù come un ossesso. Sembrava un evasore che scappava da Equitalia. Ma adesso che è arrivato il condono di Salvini c’è rimasto solo lui a correre.
6+ a dillo a Parolo tuo – Anche lo stacanovista del centrocampo la sua onesta performance l’ha fatta. Un po’ come Amadeus che nonostante Greggio e Iachetti dall’altra parte facciano i botti, i suoi 4 milioni di spettatori se li porta a casa.
6+ a Innamoradu – Battiamo le mani ai veri laziali. Così, tanto per ribadirlo.
6 a Sylva Strakoshina -Mai impegnato ha potuto tranquillamente partecipare al torneo di scopone con i fotografi assiepati dietro la sua porta. Ha stracciato tutti, ha fatto primiera, tre scope, due zerbini e un secchio dell’acqua per passare lo straccio. E naturalmente il Settebelo. E come diceva quella pubblicità del mitico prodotto “E son tranquillo”.
6 a Patric del Grande Fratello – Rieccolo, come Berlusconi. L’avevamo lasciato nelle cantine di Formello ed eccolo di nuovo in pista, come Sua Emittenza appunto. Come è andato? Tanto fumo e poco arrosto. Nè più nè meno del Berlusca. C’era una volta “meno male che Silvio c’è”. Mano male.
6 – a Lucas 2.0 (quello che ride) – Due cappellate in una sola partita non sono da lui. E’ un po’ come se Carlo Conti sbagliasse nella stessa trasmissione due nomi di cantanti. Meglio farlo rifiatare. Pure Carletto, che poi deve rifare i Migliori anni, quelli dello scudetto. Magara.
6 – chiedimi se sono (Luis) Felipe – All’inizio si è involato, poi si è involuto. Alla fine si è involtino.
5 e mezzo al Sergente – Della serie “Vorrei ma non posso”. Come Roberto Giacobbo che vuole imitare Alberto Angela.
5 a Lupo Alberto – C’era una volta il ciuffo biondo che fa impazzire il mondo. Adesso manco co’ la tinta prestatagli da Platinette è riuscito a tornare “più bello e più superbo che pria” come il Nerone petroliniano. Forse pure da roscio non cambierebbe molto. Dall’oroscopo di Branko la Luna consiglia: quando le cose non vanno bene, tornate ai vecchi metodi, una bella lavata di capo e via. Amen.